Il materasso antidecubito rientra nella Classificazione Nazionale dei Dispositivi Medici (classe I) e non può essere, di certo, considerato un comune giaciglio.
Il suo impiego è necessario per chi, a seguito di varie patologie o problemi di natura fisica (gravi malattie, operazione chirurgiche, infortuni), è costretto a letto per scarsa mobilità o completa immobilità.
Questa tipologia di materasso previene o cura le lesioni o piaghe da decubito, ovvero ferite della cute o sottocutanee che si sviluppano quando si è costretti a letto per lunghi periodi (se non per tutta la vita) senza avere la possibilità di muoversi per cambiare posizione: il contatto prolungato con la superficie del materasso crea lesioni dovute ad eccessiva pressione del corpo (specie nelle parti in cui l’osso sporge maggiormente).
Se queste piaghe non si prevengono né si curano, rischiano di provocare danni ai tessuti più interni (muscolari ed ossei) fino ad arrivare alla necrosi degli stessi e conseguenti danni permanenti.
I materassi antidecubito sono stati sviluppati per garantire una particolare igiene e difesa della cute dall’eccessiva umidità facilitando, allo stesso tempo, il movimento.
Le varie tipologie di materassi antidecubito
Oltre ai modelli in schiuma indicati per lesioni più lievi, le tipologie di materasso antidecubito, da posizionare su un normale materasso, variano a seconda del funzionamento.
Vanno scelti in base al tipo di problema, al peso ed alla corporatura del paziente, riducono il dolore, migliorano la circolazione ed agiscono per favorire la qualità del sonno.
Ecco quali sono:
- Materasso a bassa pressione continua, per lesioni fino a 3° grado, il cui sistema di cellule bulbose consente di regolare la pressione del letto adeguandolo alla postura ed al peso dell’utente;
- Materasso a bassa pressione alternata, simile al precedente ma con possibilità di alternare vari cicli a pressioni differenti, adatto anche in certe terapie riabilitative e di mantenimento muscolare;
- Materasso a lenta cessione d’aria, che assicura maggiore comfort, previene le lesioni della cute ed è quello più consigliato ai pazienti ad alto rischio decubito, che hanno subito una lesione fino al 4° grado. I sensori posti lungo tutta la superficie, possono regolare la pressione di contatto e sostegno costantemente ed in modo autonomo;
- Materasso ad aria fluidizzata, un materasso antidecubito indicato in particolare per casi di incontinenza o piaghe essudative, il cui sistema sospinge l’aria attraverso microsfere rivestite in silicone a diretto contatto con l’utente;
- Materasso in fibra cava siliconata in poliestere, vuota all’interno, molto elastica, indeformabile, impermeabile e scivolosa, dallo spessore ridotto e adatto a pazienti longilinei, non pesanti;
- Materasso in gel o ad acqua, più costoso e pesante, ad azione fluttuante per ridurre la forza della pressione, il cui sistema meccanico controlla gli effetti dei movimenti: può provocare nausea, mal di testa ed altri effetti provati da chi soffre il mal di mare;
- Materasso fluttuante consigliato a pazienti ad elevato rischio di piaghe da decubito, di ultima generazione che attraverso sensori disposti lungo tutta la superficie, valuta il peso dell’utente e calibra di conseguenza la quantità di aria da immettere negli elementi in PVC di cui è composto;
- Materasso ventilato in espanso (gommapiuma artificiale), che si adatta alla forma fisica evitando pressioni continue su una certa zona dell’epidermide: è indicato per pazienti non ad alto rischio decubito e che pesano tra i 50 ed i 100 kg.
Materasso antidecubito: prezzi
Il divario di prezzo è notevole. I vari modelli di materasso antidecubito vengono venduti a prezzi che vanno da un minimo di circa 30 euro fino al prezzo esuberante di 8.744 euro per il modello super professionale XXL Rehab, un materasso bariatrico antidecubito a cessione d’aria che misura 200 x 120 cm e che ha una portata massima di 350 kg: è dotato di 20 elementi rinforzati, è adattabile ad un letto bariatrico e indicato per utenti ad alto rischio fino al 4° grado.
Rientrando nella categoria di dispositivi medici Classe I, la spesa sostenuta per l’acquisto è detraibile dall’IRPEF.